Decidere di riaprire una scuola dell’infanzia nella Bassa milanese durante la pandemia, dopo sei mesi di chiusura per l’emergenza che ha colpito tutto il mondo, oltre ad essere un grande segno di speranza per tutti, è anche un forte richiamo a ciò che reputiamo essenziale per vivere e che d’altro canto viene facilmente dimenticato: educarci ed educare. Educare è costruire e ricostruire l’io, attraverso tempo, fatiche, tentativi, occasioni e per noi insegnanti l’ambito dentro il quale questa azione prende forma è la scuola.
Ho la fortuna di veder arrivare i bambini molto presto al mattino: chi ha bisogno del pre-scuola, alle 7.30 arriva già e guardandoli entrare ogni mattina con la loro baldanza, fiducia, positività magari un po’ assonnata, non posso fare a meno di pensare che proprio loro, la piccola gioventù del 2020 sia una generazione che ha sofferto, che è segnata, per la quale la parola “sacrificio” è reale. Ma noi adulti ci siamo e possiamo essere utili ai bambini nella misura in cui diventiamo per loro e per noi portatori di bene, di bellezza, di verità. Condurli a riconoscere la bellezza, fargliela vivere, incontrare, vedere, indicargliela, giudicarla, gustarla e goderne è proprio compito di noi adulti.
Alla scuola San Martino percorriamo, tentativamente, questa strada ed è…bellissima! La sfida che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, quando i genitori, in tempo di Covid ci portano i loro figli senza neppur poter entrare a scuola, o quando in modalità online dialoghiamo con loro, o ancora quando dobbiamo spiegare ai piccoli tutte le restrizioni a cui siamo soggetti, sinteticamente ogni qual volta ci verrebbe da fare in un modo e dobbiamo necessariamente cambiare strada,(tale sfida) ci costringe a rimetterci in gioco e a ripensare le cose di sempre in un modo nuovo, mettendo a fuoco costantemente ciò che è essenziale. E l’essenziale è che un bambino viva, scopra chi è, sia se stesso, in una intensità di vita che lo coinvolga in prima persona. Così sia per noi, insegnanti, genitori, adulti alla ricerca, sempre in cammino, mai arrivati, tesi a scoprire il punto di bene presente e possibile.
Patrizia Ramundo
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